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Shiatsu, volontariato e impegno sociale

di Dario Baranzini - April 2007

“Il cuore dello shiatsu è come il puro affetto materno;
la pressione delle mani fa scorrere le sorgenti della vita”
Tokujiro Namikoshi

Chiunque conosca lo shiatsu, indipendentemente dallo stile cui possa fare riferimento, non ha dubbi sulla verità contenuta in questa bellissima citazione del Maestro Tokujiro Namikoshi.
Lo sviluppo delle attività di volontariato, in grande crescita nei paesi dove lo shiatsu è riuscito a farsi conoscere e riconoscere, è legato proprio alla capacità dello stesso di contribuire a migliorare la qualità di vita di una persona, indipendentemente dal suo stato di salute. Considerando l’essere umano sempre nella sua integrità ed unicità, questa disciplina si indirizza al riequilibrio generale della persona e al suo benessere totale. La sua azione ha effetto non solo a livello fisico ma anche psichico, energetico, emozionale.
Scrive Claudio Parolin, fondatore e responsabile dell’Accademia Italiana Shiatsu Do, in un suo articolo: “Proprio perché lo Shiatsu stimola l'espressione delle nostre migliori risorse vitali, in qualsiasi condizione ci si trovi, è ottimo per l'atleta nel pieno delle proprie forze e al malato terminale alle soglie del trapasso; proprio per questo è un perfetto "contenitore" per tutte le situazioni in cui una persona debole, svantaggiata, in difficoltà su qualsiasi piano, ha bisogno di aiuto e di sostegno. Senza distinguere se il bisogno è fisico, psichico, morale, spirituale o altro, perché nella vita vera queste distinzioni non esistono e la persona è semplicemente la persona, e il risveglio vitale non può che essere globale e interessare tutte le sue manifestazioni.”
Un’altra caratteristica ha permesso lo sviluppo dello shiatsu nel volontariato. Il fatto che si possa praticare in ogni luogo ed in ogni momento. Candele, musica new age, profumi esotici, bonzai in ambienti orientaleggianti, luce soffusa, ecc., tutti accessori utili per abbellire e rendere i nostri studi più accoglienti, di fatto rimangono fattori marginali. Non servono creme, non servono oli, non necessita per forza di spogliarsi. Una stuoia, un tappetino d’emergenza, una sedia, una coperta o un asciugamano, come succede spesso ai volontari, sono più che sufficienti per praticare.
Lo shiatsu porta benessere non solo a chi lo riceve, ma anche a chi lo da. Il fatto che sia considerato una terapia è senz’altro un riconoscimento importante della sua efficacia. Ma questa è una delle sue facce. Se fosse ingabbiato solo nell’ambito terapeutico significherebbe sminuirne il suo valore. Esiste uno spazio anche per uno shiatsu “popolare” che è momento di incontro e di scambio all’interno della famiglia, con gli amici, i colleghi di lavoro, ma anche con le fasce più deboli e emarginate della società. Così, lo shiatsu sta trovando una sua collocazione all’interno di associazioni, fondazioni, comunità o altre strutture che hanno il compito di assistere o dare sostegno a qualsiasi tipo di disagio; come pratica sociale per il benessere e per la qualità delle relazioni umane, grazie al volontariato, si sta diffondendo anche in altri paesi quali Brasile, Cuba, Messico, Santo Domingo. Basta entrare in qualsiasi motore di ricerca scrivendo “shiatsu e volontariato” per avere l’opportunità di scoprire questa realtà e intuire come shiatsu e impegno sociale formino un binomio che si sta affermando sempre di più.
Per quanto ci concerne, dal 2002 esiste ed opera in Ticino il Gruppo Volontariato Shiatsu, formato da terapisti dell’Associazione Svizzera Shiatsu metodo Namikoshi, nato per permettere a persone con andicap di beneficiare a delle sedute di shiatsu, con lo scopo di cercare di alleviare alcune conseguenze dell’andicap e di contribuire a migliorare la qualità della vita. L’esperienza fatta in questi anni, operando su patologie molto diverse quali l’emiplegia, sclerosi multipla, patologie post-traumatiche, parkinson, sta dimostrando che i trattamenti shiatsu possono essere un buon sostegno per queste persone ed un grandissimo arricchimento umano e professionale per i volontari.
Dall’autunno 2007, l’attività del GVS sarà ulteriormente potenziata anche grazie all’apporto pratico degli studenti in formazione che in quest’ambito potranno svolgere il loro tirocinio. Il GVS manterrà a Bellinzona, una volta la settimana, gli incontri con i parkinsoniani, mentre a Gerra Piano, invece, una volta al mese, presso il Centro di Formazione Professionale e Sociale, terapisti diplomati, operatori, studenti, saranno a disposizione per effettuare sedute di shiatsu principalmente a persone con andicap. In realtà questo secondo progetto, a titolo sperimentale, è già iniziato in primavera con tre giornate (sempre di sabato). Professionisti, praticanti esperti, studenti, si sono prodigati dalle 9.00 del mattino alle 17.30 di sera a “dare shiatsu” ad un’utenza molto eterogenea, composta anche da qualche amico e parente, la cui partecipazione ci ha permesso di poter collaudare lo svolgimento di queste giornate. A settembre dovremmo essere in grado di partire nel migliore dei modi.
Invitiamo associazioni, fondazioni, istituti o persone singole che operano in quest’ambito e sono interessate al nostro progetto, di prendere contatto con la nostra associazione per avere maggiori informazioni.
Le date già stabilite per l’autunno saranno: sabato 15 settembre, sabato 20 ottobre e sabato 17 novembre 2007.
L’attività si svolgerà tra le 9.00 e le 17.00, con 4 turni di trattamenti: il primo alle 9.00, il quarto alle 15.30.
Per chi volesse saperne di più: www.namikoshi.ch, oppure 091 859 09 20, signora Loredana Ros.
Vorrei concludere ricordando che queste giornate sono aperte anche a coloro che vogliono conoscere meglio lo shiatsu od hanno intenzione di intraprendere una formazione in questo campo, evidentemente previo appuntamento.

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