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Lo Shiatsu per animali

Di Katia Gianinazzi - Febbraio 2021

La prima persona a sperimentare l’efficacia dello shiatsu per gli animali fu la statunitense Pamela Hannay, nel 1982, concentrandosi sui cavalli in ambito sportivo.

Successivamente approfondì gli studi estendendo con successo le sue tecniche ai cani, animali da lei molto amati, creando lo shiatsu canino.

Nel 1996 una delle sue allieve, la britannica Jacqueline Cook-Molony, diffuse quest’ultimo anche nel Regno Unito. Quando Hannay morì nel 2001, Cook-Molony sviluppò shiatsu canino ed equino secondo i requisiti veterinari e le normative vigenti.
Oggi lo shiatsu per gli animali è una terapia di pratica veterinaria olistica molto diffusa: dagli Stati Uniti all’Australia fino a Regno Unito e ancora Germania, Spagna, Svizzera, Francia, Giappone, Sud Africa, Argentina e Brasile (lista non esaustiva).

La maggior parte delle scuole si concentra sullo shiatsu equino, con quello canino che è in forte espansione. Attualmente non esistono scuole che si dedicano specificatamente ad altri animali, sebbene la pratica dimostri che anche gatti, conigli e furetti ne traggano grandi benefici.

Come avviene nel mondo umano, anche per gli animali lo shiatsu rappresenta un metodo di manipolazione corporeo, non invasivo, il cui contatto permette di sviluppare sentimenti di empatia attraverso attenzione e calore, per favorire quei meccanismi di auto equilibrio presenti naturalmente in tutti gli esseri viventi.

Approfondendo il concetto, il lavoro è caratterizzato dall’applicazione dei principi di tonificazione e sedazione Kyo e Jitsu, un sistema ampliato di canali energetici, e una sintesi condensata di medicina tradizionale cinese, fisiologia e psicologia occidentali.

Pertanto possiamo affermare con decisione che si tratta di uno strumento che contribuisce al loro benessere. Il terapista, esercitando pressioni soavi con pollici e palmi sui meridiani di energia, aiuta a riattivare le capacità di auto guarigione esattamente come avviene per noi.

Nel caso degli animali domestici, essi sono in costante contatto con gli esseri umani e possono facilmente soffrire delle medesime problematiche, legate soprattutto ad ansia e stress.

Altresì, possono patire situazioni inerenti al sistema muscolo-scheletrico, come tensioni muscolari, contratture, distorsioni e stiramenti; in questi casi lo shiatsu contribuisce come coadiuvante alle classiche terapie di riabilitazione. Ma non solo: è anche utile sottolinearne l’importanza come riscaldamento o rilassamento in ambito sportivo.

A questo punto possiamo chiederci: come reagiscono gli animali quando ricevono shiatsu?

La sensibilità è la funzione mediante la quale l’organismo animale percepisce ciò che avviene nell’ambiente circostante. Questa origina dal sistema nervoso, il quale è collegato agli organi di senso, determinanti nel permettere agli esseri viventi l’interazione con l’esterno.

Il terapista deve quindi rispettare questa sensibilità, approcciandosi con buona energia ed intenzione, rispettando i tempi fisiologici dell’animale, il quale, se rispettato nella sua libertà, è solitamente curioso e accetta volentieri il tocco che aiuta a bilanciare ed eventualmente sbloccare la sua forza vitale.

Lo Shiatsu è stato codificato finora per cani e cavalli, anche se altri animali ne traggono beneficio.

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